COME SI VALUTA LA POESIA
di Maria Rosa Cugudda
di Maria Rosa Cugudda
Il linguaggio della poesia non sempre è di
facile comprensione, in essa infatti
c'è ritmo e musicalità che non si trova nella prosa.
Il termine “ poesia “ deriva dal greco (poièin )
che significa, letteralmente, ” fare”;
la poesia, quindi è il frutto di un fare, è un ‘opera, una
costruzione, e si serve, per
rendersi concreta, di uno strumento di uso comune: il
linguaggio, appunto.
Esso ha lo scopo principale di comunicare (letteralmente il verbo vuol dire:
“ rendere
comune ad altri“) dei significati
i quali costituiscono il messaggio di tale comunicazione.
Pertanto, nel linguaggio della
poesia sono indispensabili tre funzioni
:
quella poetica, quella referenziale
e quella emotiva.
La funzione poetica fa
riferimento alla capacità del poeta di “ricreare” poeticamente
la realtà, mediante la forma del
suo messaggio.
La funzione referenziale indica
la realtà di cui il poeta parla, mediante la raffigurazione
nel messaggio.
Infine, la funzione emotiva
riguarda il sentimento del
poeta, la sua reazione emotiva
dinanzi alla realtà che egli
raffigura.
Il poeta, quando scrive sceglie le parole in
funzione della sua intenzione comunicativa;
egli non descrive ma comunica ciò
che vede e sente. Le parole, infatti, devono trasmet
tere emozioni, pensieri, immagini.
Egli può usare, per ragioni di suono, di
ritmo o per
necessità espressive, diversi tipi di parole, può crearne nuove, utilizzarne antiche,
può rifarsi a linguaggi già usati da altri
poeti nei tempi passati.
Nella poesia
contemporanea, i poeti
spesso preferiscono usare il
linguaggio comune,
accostando tra loro parole
semplici in modo da creare immagini e sensazioni nuove.
Le parole possono essere scelte
anche per il loro valore evocativo, altre per ragioni di
ritmo, molto spesso le parole
escono dalla penna del poeta per associazione: parole
che si richiamano per somiglianza
di suono, o perché evocano medesime immagini
o
sensazioni, oppure perché sono in
antitesi fra di loro, si contrastano, suscitando senti
menti, immagini opposte. La
parola, in poesia, deve sorprendere non perché è nuova,
ma perché l’uso che ne viene
fatto è nuovo; queste non sono utilizzate secondo i normali
schemi sintattici, ma sono posizionate, all’interno, dei versi, in modo da attirare l’attenzione
del lettore oppure per dar rilievo a un concetto
particolare o creare atmosfera.
La poesia, quindi, si rivolge
soprattutto alla sensibilità e alla fantasia del fruitore e si affida
per esprimersi, non solo al
significato letterale delle parole, ma anche ai loro valori fonetici,
coloristici e
rappresentativi, identificandoli, fin dove possibile, con valori sentimentali,
concettuali e narrativi che
costituiscono il messaggio del poeta.
Non si attua poesia senza la
lotta dello spirito entro se stesso. In tal modo, quei sentimenti,
quegli umani problemi, purificati
dalle scorie del contingente, da quanto avevano di puro
sfogo di una passione, si eleveranno
all’espressione poetica che placa e trasfigura il senti
mento, e, pur rimanendo individuali
e propri del loro creatore,diverranno universali.
Il poeta crea, sovente, delle
situazioni di comprensione ambigua, cioè lascia a ciascun lettore
la possibilità di interpretare
personalmente il messaggio. Questo gioco linguistico e questa
ricchezza e ambiguità di
significati sono l’aspetto più affascinante della poesia.
Oggi, per esigenza di maggior
libertà espressive, è soprattutto in uso il
“verso libero”,
che si prefigge di seguire e
assecondare i moti del pensiero e del sentimento, il vagare della
fantasia, realizzando un ritmo
essenziale, scandito da giuste pause.
Pertanto,per comprendere e godere a fondo della poesia, non
basta rilevare quelle
caratteristiche musicali e linguistiche di cui
si è parlato in precedenza. Occorre, invece,
farne una lettura accurata, studiandone alcuni aspetti della vita dell’autore, delle sue
opere e
dell’ambiente sociale, cogliere
il “tema” fondamentale, cioè
l’argomento, l’idea centrale intorno
alla quale il poeta ha creato le
immagini e, in particolare, cercare di valutare liberamente,
entrare cioè in sintonia con l’animo del poeta.
Di una poesia, oltre che esporre
in prosa il contenuto, si possono anche esprimere i sentimenti,
le impressioni e i pensieri che
la lettura di essa suscita in noi, le osservazioni e le considera
zioni che essa ci suggerisce, i
motivi per i quali essa ci piace: in ciò consiste il commento
personale che ognuno di noi può
fare in qualsiasi poesia.
Anche
nelle forme poetiche più personali, e persino intimistiche, il contenuto è
soprattutto
un
pretesto, il più efficace, per esprimere dei temi
di valore universale, che trascendono
l’esperienza individuale del
poeta. Si può dire, inoltre, che nonostante le difficoltà lingui
stiche
delle traduzioni, la poesia non ha confini di comprensione né geografiche né
cultu
rali e
conserva inalterato il suo messaggio, anche dopo migliaia di anni.
La lettura e l’analisi di un
testo poetico, per la ricchezza delle sollecitazioni di cui è capace
la si deve, perciò attuare in
maniera creativa e libera, in totale disponibilità; la si deve cioè
personalizzare, rendere nuova e
irripetibile come nuovo e irripetibile è ogni uomo, e quindi
ogni lettore.
La poesia della condizione
interiore, sicuramente può più dei canoni, illumina la vita,
alleggerisce l’esistenza di
coloro che voce non hanno mai avuto e mai avranno.
Quando è vera poesia, spesso, non
è “l’abito “che la rende unica, ma il
suo” perno “che
nasce esclusivamente dal cuore di
ogni singolo poeta, sia esso noto o semplicemente
rinchiuso nella più “solitaria e umile
dimora!”
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