domenica 10 gennaio 2016

                                                  
                        COME SI VALUTA LA POESIA  

                                    di Maria Rosa Cugudda

 Il linguaggio della poesia non sempre è di facile comprensione, in essa  infatti 
            c'è ritmo e musicalità che non si trova nella  prosa.
Il  termine “ poesia “ deriva dal greco (poièin ) che significa, letteralmente, ” fare”;
la poesia, quindi è  il frutto di un fare, è un ‘opera, una costruzione, e si serve, per
rendersi  concreta, di uno strumento di uso comune: il linguaggio, appunto.
Esso ha lo scopo principale di  comunicare (letteralmente il verbo vuol dire: “ rendere
comune ad altri“) dei significati i quali costituiscono il messaggio di tale comunicazione.
Pertanto, nel linguaggio della poesia sono indispensabili tre funzioni  :
quella poetica, quella referenziale e quella emotiva.
La funzione poetica fa riferimento alla capacità del poeta di “ricreare” poeticamente
la realtà, mediante la forma del suo messaggio.
La funzione referenziale indica la realtà di cui il poeta parla, mediante la raffigurazione
nel  messaggio.
Infine, la funzione  emotiva  riguarda  il sentimento  del  poeta, la  sua  reazione emotiva
dinanzi alla realtà che egli raffigura.
Il  poeta, quando scrive sceglie le parole in funzione della sua intenzione comunicativa;
egli non descrive ma comunica ciò che vede e sente. Le parole, infatti, devono trasmet
tere emozioni, pensieri, immagini. Egli può usare, per ragioni di suono, di  ritmo o per
necessità  espressive, diversi tipi di parole, può crearne nuove, utilizzarne antiche,
 può rifarsi a linguaggi già usati da altri poeti nei tempi passati.
Nella  poesia  contemporanea, i  poeti  spesso  preferiscono usare il linguaggio comune,
accostando tra loro parole semplici in modo da creare immagini e sensazioni nuove.
Le parole possono essere scelte anche per il loro valore evocativo, altre per ragioni di
ritmo, molto spesso le parole escono dalla penna del  poeta  per associazione: parole
che si richiamano per somiglianza di suono, o perché evocano  medesime  immagini  o
sensazioni, oppure perché sono in antitesi fra di loro, si contrastano, suscitando senti
menti, immagini opposte. La parola, in poesia, deve sorprendere non perché è nuova,
ma perché l’uso che ne viene fatto è nuovo; queste non sono utilizzate secondo i normali
schemi  sintattici, ma sono posizionate, all’interno, dei versi, in modo da attirare l’attenzione
del  lettore oppure per dar rilievo a un concetto particolare o creare atmosfera.
La poesia, quindi, si rivolge soprattutto alla sensibilità e alla fantasia del  fruitore e si affida
per esprimersi, non solo al significato letterale delle parole, ma anche ai loro valori fonetici,
coloristici e rappresentativi, identificandoli, fin dove possibile, con valori sentimentali,
concettuali e narrativi che costituiscono il messaggio del poeta.
Non si attua poesia senza la lotta dello spirito entro se stesso. In tal modo, quei sentimenti,
quegli umani problemi, purificati dalle scorie del contingente, da quanto avevano di puro
 sfogo di una passione, si eleveranno all’espressione poetica che placa e trasfigura il senti
mento, e, pur rimanendo individuali e propri del loro creatore,diverranno universali.
Il poeta crea, sovente, delle situazioni di comprensione ambigua, cioè lascia a ciascun lettore
la possibilità di interpretare personalmente il messaggio. Questo gioco linguistico e questa
ricchezza e ambiguità di significati sono l’aspetto più affascinante della poesia.
Oggi, per esigenza di maggior libertà espressive, è soprattutto in uso il  “verso libero”,
che si prefigge di seguire e assecondare i moti del pensiero e del sentimento, il vagare della
 fantasia, realizzando un ritmo essenziale, scandito da giuste pause.
Pertanto,per  comprendere e godere a fondo della poesia, non basta rilevare  quelle
 caratteristiche musicali e linguistiche di cui si è parlato in precedenza. Occorre, invece,
farne una  lettura accurata, studiandone alcuni  aspetti della vita dell’autore, delle sue opere e
dell’ambiente sociale, cogliere il  “tema” fondamentale, cioè l’argomento, l’idea centrale intorno
alla quale il poeta ha creato le immagini e, in particolare, cercare di valutare liberamente,
entrare cioè  in sintonia con l’animo del poeta.
Di una poesia, oltre che esporre in prosa il contenuto, si possono anche esprimere i sentimenti,
le impressioni e i pensieri che la lettura di essa suscita in noi, le osservazioni e le considera
zioni che essa ci suggerisce, i motivi per i quali essa ci piace: in ciò consiste il commento
personale che ognuno di noi può fare in qualsiasi poesia.
            Anche nelle forme poetiche più personali, e persino intimistiche, il contenuto è soprattutto
            un pretesto, il più efficace, per esprimere dei temi  di valore universale, che trascendono
            l’esperienza  individuale del poeta. Si può dire, inoltre, che nonostante le difficoltà lingui
            stiche delle traduzioni, la poesia non ha confini di comprensione né geografiche né cultu
            rali e conserva inalterato il suo messaggio, anche dopo migliaia di anni.
La lettura e l’analisi di un testo poetico, per la ricchezza delle sollecitazioni di cui è capace
la si deve, perciò attuare in maniera creativa e libera, in totale disponibilità; la si deve cioè
personalizzare, rendere nuova e irripetibile come nuovo e irripetibile è ogni uomo, e quindi
ogni  lettore.
La poesia della condizione interiore, sicuramente può più dei canoni,  illumina la vita,
alleggerisce l’esistenza di coloro che voce non hanno mai avuto e mai avranno.
Quando è vera poesia, spesso, non è  “l’abito “che la rende unica, ma il suo” perno “che
nasce esclusivamente dal cuore di ogni singolo poeta, sia  esso noto o semplicemente
rinchiuso nella più “solitaria e umile dimora!”

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