martedì 31 gennaio 2017

Sprito libero


                                  Maria Rosa Cugudda

                                    SPIRITO LIBERO



GDS EDIZIONI

©Maria Rosa Cugudda
“Spirito libero”
GDS EDIZIONI
Via G. Matteotti, 23
20069 Vaprio d’Adda (MI)
tel/fax 02 9094203
e-mail: enpodistribuzione@live.it
Opere interne e in copertina di Giuseppe Ioppolo.
Impaginazione elettronica:
servizi letterari@hotmail.it

Prefazione
Spirito libero è il titolo di questa silloge di Maria Rosa Cugudda ed è anche il titolo della prima composizione poetica a significare che, anche nelle difficoltà della vita quotidiana, l’animo umano ri-cerca l’essenza, spesso negata, di un mondo migliore al quale la natura ci può ricondurre.
Il dolore è sempre in agguato ma bisogna superarlo sollevando lo sguardo verso il futuro come la barca si affida alla vela per allon-tanarsi dalle onde tempestose e tendere al luminoso orizzonte. Dobbiamo godere di ogni attimo presente perché ben presto farà parte del passato e non si potrà più rivivere,sarà solo un ricordo. 
Il tempo passa e quando il tramonto è vicino e le forze vengono meno è proprio allora che lo spirito dà vita a ciò che ci circonda e ne raffigura i colori: il mare, le colline, le terre sconosciute al di là dell’orizzonte, l’albero che, pur mutilato, conserva la sua fierez-za. Su questo sfondo la poetessa ricorda alcuni suoi cari che or-mai non ci sono più, la sofferenza dello spirito tra i problemi della vita in genere e che pare trovare conforto solo nel mare, profon-do e azzurro, testimone silenzioso di una vita.
Fanno da corollario a questi dolci, nostalgici pensieri di uno spiri-to libero, gli splendidi e profondi quadri del sensibile artista sici-liano Giuseppe Ioppolo fra i quali “L’incontro” Talvolta il mio amo-re tradisco/per ritrovato amante./All’Amore e al Mare appartengo/l’uno dall’altro separare/giammai potrò./, “Turbamento fra le montagne” Immensità granitiche/davanti agli occhi/mentre l’uomo si perde/tra i profi-li/vagando/nella fugace esistenza/e nell’insondabile/infinito/, “Verso la fine” Verso la fine il mondo/m’appare,/il fuoco invade ma calore/non pro-pone,/L’uomo isolato non può riparare/tanto disastro./, “Inno alla vita”
4
Dell’esistenza/ogni attimo godi/ poiché mai più/tuo potrà essere/, “Il co-smo avverte” Avverte l’universo/azione e non solo ricordo!/, “Dai can-didi fiori” All’ombra/del ramo/dai nitidi fiori/l’anima/s’accosta,/con-fusa/, e, in particolare, dove il protagonista incontrastato delle pa-role e della visione è il mare, il simbolo dello spirito libero, “La barca” All’orizzonte terso/che incontrerà/alzando/la vela/si affida/, “Pennellate di filosofia” Della vita i colori raffiguri/il mare scorgo spumeggiante/come il mio animo/i flutti si incontrano/con l’aria che re-spiro./, “L’attesa” Il cuore attende/la novella/che/l’uomo/non sa dare./, “L’addio” La malinconia,/che le nuvole cupe/sovrasta,/dia bagliore/alla letizia che/senza ragione si insegue./.
La sua poesia è vera, è poesia che colpisce, perché emoziona e porta il lettore alla riflessione, aiuta l’anima a non morire, ma a saper rinascere. Nel suo poetare c’è l’ampio respiro del lessico che, giocando con le parole, riesce ad esporre con molta chia-rezza e in stile elegante.

                                                                                        Maria Giulia Improva,
                                                                                  scrittrice e pittrice, in arte Magi

5
SPIRITO LIBERO
Non temere uomo
conquistato,
nell’oasi della vita
il raggio ancora splende.
Filosofo son io
tra le sbarre mi adagio.
Vaga il pensiero
lo spirito mio libero
oltre spinge!
Ristrettezza ricercata
per incontrare l’infinito
mentre
amore conduce l’anima
all’essenza
a tratti negata.
Il sole, il fiore, il cielo
a me si stringono
per un nuovo mondo
nell’umanità seminare!

6
LA BARCA
Solitaria
fra le onde
rabide
la barca
le affannose
giornate
porta
con sé.
All’orizzonte terso
che incontrerà
alzando
la vela
si affida.
Come
dopo il dolore
lo sguardo
l’uomo solleva.
LA BARCA
(olio su tela, cm 40 x 50)
di Giuseppe Ioppolo

9
PACATA MALINCONIA
Alla deriva
nel melanconico spazio
va l’amore
terreno non ha incontrato
al suo cuore adeguato.
A vagare lo esorto
onde la scia segnare
tra tenebre mattutine
un domani possa.
Confida qualcuno
che la dolce parvenza
già l’attenda e verso
orizzonti distesi
presto voleranno.

10
INNO ALLA VITA
Dell’esistenza
ogni attimo godi
poiché mai più
tuo potrà essere.
Al domani non rimandare
grazia rendi
al presente che assapori
perché passato sarà
più rivivere
non lo potrai.
Il tepore che ti scalda
allo sguardo profondo t’invita.
L’essenza intanto
irripetibile diviene
e tu che al cosmo unicamente
il tributo dovrai rendere
consapevole sarai!
INNO ALLA VITA
(olio su tela, cm 50 x 70)
di Giuseppe Ioppolo

13
UN SORRISO RICERCATO
L’ho cercato
per solitari
sentieri,
l’ho intravisto
spazio
non ha concesso,
l’ho invocato
uno sguardo freddo
mi ha donato.
Gli ho regalato
nel buio più pesto
il mio desiderio.
Ed ecco
senza farsi scorgere
l’uomo più indurito,
immerso
in perenne sofferenza,
l’intimo sorriso
nella mia vita
ha diffuso.

14
L’INCONTRO
Talvolta il mio amore tradisco
per ritrovato amante.
Il primo mi bacia
mi ama,
il secondo mi cinge
nell’Universo
con trasparenti ali
mi trascina.
Senza il primo vivere non posso
a lui mi dono
lieta l’esistenza rende.
Al secondo mestizie confido
con chiare increspature
l’onda mi tende.
All’amore mi aggrappo
un’essenza diveniamo.
All’amante grazie
per la vita quasi rubata rendo
e al disperato grido rilasciata.
All’Amore e al Mare appartengo
l’uno dall’altro separare
giammai potrò.
L’INCONTRO
(olio su tela, cm 50 x 70)
di Giuseppe Ioppolo

17
A TE
Prendi
la mia nullità
oh Dio gestiscila
non so che farmene.
Arduo
tutto m’appare
vacuo il mondo si rivela.
A Te
che forse poco amo
questa fragile esistenza
nelle mani umilmente pongo.
Tu
riuscirai
a percepirla
non certo come
questi occhi stanchi
senza filo di speranza.

18
DONNA ALLA CATENA
La mente cinta
da invisibile aurea catena
il corpo disteso
alla novella alba
i desideri
in attesa del domani
lo sguardo
talvolta pilotato
l’incostanza
abbandonata nel tempo
la luce fra le imposte
rinchiusa
il sentimento
coatto all’evidente
il sogno
che mai in realtà
si è tramutato
il timore
che sempre piccola eri
con la costante
che tu donna folle sei nata.
Tanto tempo
alla tua vita hai regalato,
forse perché prigioniera anche di te.

19
FENDITURA NELL’ANIMA
Quando ogni condizione
senso più non ha
Quando in chi ti ama
traspare un gelido vento
Quando le forze
vengono meno
Quando la paura
lo sguardo chiude
Quando non sai
più chi sei
Quando il tramonto
si fa vicino
Allora e proprio allora
dai vita
all’incrinato Animo!

20
FORSE PERCHÉ
Dimorare
ove i Padri
furono
certamente non bramo.
Forse perché
vagando in terre lontane
la mente s’illude
che a fianco
ancora vivano.
Anche se il cuore
ad ogni istante
lo strazio ostenta
il passo allunga
per dilatare
il sospiro
che ferma l’istante.

21
D’UNA SELVA SMARRITA
Altro non s’intravede
che il manto e la volta verde,
quiete diffondi
mentre i petali
a pioggia
a chi si distende
soavemente regali.
Si ode lontano
un assordante mormorio
di civiltà evoluta,
si crede,
giacché la fosca nube
fino alla soffice coltre
giunge.
E di soccorso
sono ormai del bosco
le grida
per la morte,
dei figli, quasi segreta.

22
PENNELLATE DI FILOSOFIA
Della vita i colori raffiguri
il mare scorgo spumeggiante
come il mio animo
i flutti si incontrano
con l’aria che respiro.
La terra intravedo fra le nascoste colline
alla gioia e al dolore
presente sarà l’impulso.
Ma oltre colore rosso
che gaiezza mi dà
l’orizzonte incontro
e sconosciute terre immagino.
Lo spirito a indietreggiare mi sollecita
poiché la vita
inizia dal mare e se l’azzurro non distinguo
è perché oltre i colli
nell’intimo del cuore
silenziosamente si è nascosto.
PENNELLATE DI FILOSOFIA
(olio su tela, cm 50 x 70)
di Giuseppe Ioppolo

25
ALBERO INDIFESO
Betulla era il tuo nome
notte e giorno
a stendere le fronde
t’adoperavi,
l’ usignolo in un flebile ramo
la reggia aveva costruito
per non turbare la quiete tua.
Nella calura estiva
al ritmo del danzante vento
l’ombra spargevi.
Maestosità palesavi
il bimbo gaudente
al sorriso esortavi.
Che resta
d’ intarsiate fronde
negli avviluppati rami?
Poco! L’uomo t’ha preso
una mattina di marzo
con ardore storpio ti ha reso.
Povera mia voce
combattuto ha la battaglia!
Dopo essersi annoiato
l’uomo ti ha lasciato.
E ora la tua forza ammiro
pur nello strazio fresca esistenza offri
a ciuffi di foglie dei mutilati ceppi.

26
ARMONIA
Incontri di mondi
d’amore svaniti
di luci che il cuore intendono.
incontri di pensieri
che si percepiscono
di sogni che si dileguano.
incontri di uomini
che all’Eterno anelano
per già su questa terra
armonia riscoprire.

27
GOCCE
Gocce di rugiada
lambiscono
il volto
del bimbo
che nel prato
piange!
Gocce di sangue
inondano
il viso
del fanciullo
che lotta
nell’umano
deserto!
Gocce d’amore
uniscono
il mondo
se al pensiero
si sostituisce
il cuore!

28
HO TROVATO
Nei limiti più estesi
del cielo
ho cercato la causa
del nostro essere,
troppo vasti
troppo freddi!
Nella grande profondità
dei tuoi occhi
ho trovato la ragione
della mia vita,
troppo belli
troppo caldi!

29
IL CAVALIERE
All’alba
un cavaliere
leggiadro
il tempo ruba
fra le dita
si avverte
polvere
di quel che fu
e più
non appartiene.
Alla melodia
del Cosmo
lo spirito
trasale
e subito
la vita
il pensiero
invade.

30
LO SCOGLIO
Grida da lontano
il pescatore dalle reti
lacerate,
nell’onda s’incunea
il pensiero assente
mentre il sole
cala.
Verso luoghi incerti
invia la sua anima
a gioire
dove l’uomo nulla
chiede allo straniero
se non
di lasciarsi andare al calore
del mare.

31
LIEVI MELODIE
Gelido vento
al contatto dei visi
ti scaldi,
due occhi accecanti
illuminano il volto,
al naturale arco
tende
il viale alberato,
qualcuno si ama
in silenzio,
si va stringendo
più forte la mano.
Il mare
le melodie più trasparenti
canta
la luna con le nuvole
dolcemente pugna.

32
SPEZZARE IL PANE
Al pari d’una bimba
gaudio ritrovo nell’osservare
la luna celarsi fra le nuvole nitide.
Lo sguardo punta
nella soffice coltre
e il sorriso stende
dove lo sguardo incontra.
Lassù per un attimo
o forse per sempre vivere bramerei
per lasciare qua giù i grevi pensieri
sempre e ormai senza essenza certa.
Spezzare il pane col fratello
dove l’altra luna splende
presto correrei anche scalza.
Beffardo specchio
appari e poi scompari
e i sogni nel nulla interrompi.

33
LUME DELLO SPIRITO
Dolce umile serva Maria
fendi con la luce
il cuore impietrito.
Alba più non si scorge
se il pensiero a te corre
con occhi
avvolti di nebbia
spalanca uno spiraglio.
La notte non più abisso,
ma riflessione appaia.
Porta gioia nello Spirito
troppo svigorito
per congiungere le mani.

34
OCCHI DI MARE
A quali ali dimmi
ti sei adagiata
nell’ insostenibile buio.
Nel sentiero del silenzio
Luce avrai incontrato!
Orsù amica mia cara
lascia gli angeli
presto da noi torna.
Ché più nulla siamo
privi dei tuoi occhi chiari
come il mare
e del cuore
generoso
al pari dell’universo.

35
PASSEGGER SOLINGO
Si schiuderanno
presto
i vermigli fiori
sorride ormai
il cielo
alle nuvole fugaci
che incuranti
lo rivestono.
E il viandante assorto
s ’interroga
se alla vita
sia lecito lasciarsi andare.

36
O PADRE
Fa’ che la sera si avvicini
ma non al cuore,
dona pace all’animo esiliato
senza speranza.
Illumina lo sguardo
per soccorrere
chi brancola nel buio
della nascosta indifferenza.
Rendi partecipi
alla schiera degli umili
per seminare dovizia
fra le vie inondate di bimbi,
che già il peso della vita
sulle spalle
sentono gravoso.
Oh Padre
depongo lo spirito
senza più ardore!
37
PER UN MONDO
Sprofondare
non nel colore
del mare
ma nel candore
del cuore
per il mondo
che pace
più non scopre.

38
LACRIME DI MARE
Dal profondo
ondeggiano spumeggianti
le tue acque
la sofferenza alla vita affidi,
chi di te gode
incurante al sole s’abbandona.
Giunta lenta son io
il triste pianto odo lontano,
m’avvicino e ti consolo
ché in verde età
un passaggio mi donasti.
Ora che poco intendo
della presenza incompleta divenuta
chi le mie lacrime
asciugare potrà
se non il silenzioso mare ?

39
L’AURORA SENZA TE
Ancora dipinta
a mano leggera
si palesa l’alba,
scorre lo sguardo
tra le figure rosate
alla ricerca
forse di te
che vita mi hai donato.
Impossibile scorgerti
tra le avvolgenti sfumature,
le stelle gli occhi
rincorrono,
mostrando
te in chiara veste
oh dolce madre !

40
LUNA ROSSA, AMICA MIA
Dal sonno
questa notte
mi distogli,
la riflessione
prigioniera fai
il pensiero
più non si assenta
per contemplare
Colui che dall’alto
osserva.
Privo di loquela
il corpo resta
innanzi
al tuo tacito richiamo.

41
MARE ASSENTE
Tempo di sole
cerco
tempo di tristezza
trovo
andare vorrei
nelle fertili
distese piane
ove il tempo
assolato
inondava il volto
con un sorriso innocente.

42
NUOVI ORIZZONTI
Si spegne la sera
lentamente scorre
per posarsi sul ramo
che l’alba attende
s’accendono le stelle
penetra la luce
nel cuore impietrito
dell’uomo
che più il sole non scorge
perché il pensiero
è greve e l’orizzonte
più non sogna.

43
QUANTO MALE
Quanto dolore mi hai
regalato,
con una spada fulgida
e affilata,
amor mio,
lentamente
hai trapassato
l’animo e il cuore mio.
Indenne e lucido
hai lasciato
il mio povero corpo.
Perché tanto male
perché tanta indifferenza e silenzio?
Forse perché nulla
nulla sono ormai per te.

44
RESPIRO
Si scioglie
la nebbia
e come la piuma
diviene leggera.
Il volto traspare
e gli occhi mi regali.
All’angolo una lacrima
si asciuga
il gabbiano ferito
e fra le increspate onde
il cibo trafuga.

45
RETROCEDERE NEL TEMPO
Passeggero distratto
retrocedi nel tempo
e lo sguardo posa
su queste magiche
e secolari mura.
Spazio concedi
sulle pietre dolenti
ai tuoi piedi leggeri.
Inoltra la tua vista
ai ricoveri che furono
e, se poi, allieta
l’animo tuo stanco
con le tenui pennellate.
Ai versi che sparsi scorrono,
per postulare ausilio
a chi tanta grandezza
ci tramanda,
dai possente voce!

46
FRANCESCO, PRIMO VIRGULTO
Sei giunto o Sole
dopo un precoce lungo inverno,
la foglia verde ancora
dal ramo si è staccata.
La linfa emanava
era una foresta la meta,
un tacito bruco l’ha sfiorata
sottraendole il vigore lentamente.
Dieci anni sono trascorsi,
lontano il seminato ancora si stende
all’amore ogni creatura infiamma.
Piccolo Francesco, il nome porti
il posto hai preso del grande Francesco,
ineguagliabile, gioioso nonno!
Ma se lo sguardo lassù dirigi
quando il ricordo la mente invade,
il chiarore celeste conferma ti rende
“coloro che si amano, accanto sempre restano!”

47
QUINDI MI AMI?
Da lontano
odo
il cieco credere
alle distese valli
dove corrono
gagliardi cavalli.
Da vicino
vedo
l’uomo che mi ama
sensazione strana,
la vita mi abbraccia
la mente freddo intende.

48
TRA RIFLESSI E RIFLESSIONI
Riverbero
d’acqua dorata
sprizza
il mare
alla quiete raccolto.
Vano
non è
all’armonia
il richiamo
che scoglio intravede
tra le fila allentate
delle umane parvenze.
Alla riflessione
più non cede
giacché
al veritiero
l’introspezione
rimanda!

49
PIANTO INCOMPRESO
Piccola stilla
dall’occhio stanco
dolorante sgorghi
scivoli lentamente
piatta su di un tavolo,
t’assorbe
quasi il tempo che scorre
nulla sei per l’indifferenza
regnante,
una farfalla ti scorge
nel tuo lago si disseta
ti prende per mano
nel ramo ti conduce
dove il fiore un’altra dimora
non rifiuta,
il canto della cicala ti culla
mentre nell’occhio
teneramente fai ritorno.

50
NEL BUIO SCORRO
Dilago la linfa lentamente
fra rivoli del fiume solitario,
ammantata di silenzi
dalle umide foglie sradicati.
Mi scivola nei meandri la vita
accartocciati dai sottili raggi,
pungente l’odore di nebbia
il pensiero m’abbraccia.
Verso la luna nuda m’accosto
bontà imploro per l’anima
dal sogno lontano trafitta
la mia, povera e testarda.

51
TRACCIA SMARRITA
Ingarbugliato
tra le fronde dell’illusorio
s’arresta il respiro
trattenuto a metà
dalla solitaria esistenza
che al tepore non risponde
la traccia ha smarrito
della divina essenza.

52
SOLO COSÌ
Solo all’aurora
affida
i tuoi sogni,
solo alla sera
consegna
i tuoi timori,
solo all’amore
abbandona
il tuo cuore,
solo all’umanità
dona tutto
il mondo rifiorirà!

53
BIMBI DI HAITTI
Bimbo smarrito
fra le gelide acque di una lacrima
di madre,
in una calda notte d’estate.
I tuoi occhi son due stelle
spazia il pensiero intorno,
la vita elemosini
da chi nell’opulenza sguazza.
Senza compenso
lezioni impartisci
sull’esistenza velata
incatenata
nello scrigno dorato
cosparso di nulla.

54
DAI CANDIDI FIORI
All’ombra
del ramo
dai nitidi fiori
l’anima
s’accosta,
confusa
l’esistenza
attorno
si palesa.
Il pensiero
la sovrasta e
dallo sguardo
intimidito
il sole
un raggio
le concede.
DAI CANDIDI FIORI
(olio su tela 50 x 70 cm)
di Giuseppe Ioppolo

57
A CHE GIOVA
se un raggio di sole
imbiondisce il grano
mentre il mio corpo
impallidisce in carcere?
se la pioggia
l’aria purifica
mentre il mio respiro
luce non scorge?
se il fiore
inonda col suo olezzo
mentre divieto mi è fatto
di cogliere l’essenza?
Vita ristretta
normalmente valutata.

58
GRATTACIELI
Sconfinati grattacieli
si issano
con ali screziate
tra cieli
che le umane lacrime
nascondono.
E il pensiero
sosta non carezza.
S’accende
e si spegne
di luce trasparente
lo sguardo dell’animo
alla solitudine
condannato!

59
LA PAROLA SI SCHIUDE
Fra rampe dorate
il vuoto all’antico sorriso
si mescola.
Nella luce corre il silenzio
forzato
per attingere
al cuore dell’uomo
senza favella.
Rincorri il vento
se tempo
non ti è concesso.
La parola schiudi a chi
voce non ha
perché il coraggio dall’invisibile
ladro
gli è stato rubato.

60
IN CIELO, UNA STELLA
Una scura Stella
si è schiarita
fra le gelide
agitate acque.
Ora la voce
si è fermata
il cuore
si è spento.
Vivrà
il sorriso
negli occhi
di chi mai intese
che tu Michael
la sofferenza
avevi come devota compagna.
E io in te ritrovo
il ragazzo smarrito
che agli altri ha affidato
ciò che il reo tempo
non gli ha concesso.

61
AURORA MARINA
Perde i confini
lo sguardo,
mentre
il buio della notte
spalanca
all’aurora le porte,
distesa
sul placido mare.
Al più profondo
Amore,
per gli esseri
che la dorata
terra ospita,
ogni colore
invita.

62
FOLLIA
Evanescente insania
nel tempo disteso
svanita
fra i petali d’argento
dorati,
i fragori stridono
sotto le stelle
e il pensiero
pavoneggia
d’amaro colore
alla catena
stretto …
E l’alba
ancora sorge!

63
VIBRAZIONI
Quando la luna t’accarezza
e il sole va in esilio,
Quando il fiore ti sorride
e la farfalla ti corteggia,
Quando il pensiero libero spazia
e nel mondo ti trasporta,
allora vivi
nell’aria leggera le ali dischiudi.

64
SINUOSO FIUME
Dalle alture
cristallino
ti prospetti
in terre senza voce
intanto
sinuoso scorri
ove il sole
caldamente
la luna bacia.
E l’uomo
del miracolo
che ostenti
non s’accorge
perché
silenzioso giorni lieti
attende.

65
ALTERNANZA D’ IMMAGINI
La non essenza intuisco
proprio quando
abbozzo un bilancio
dell’esistenza,
figure alterno
di aspra concretezza
ad altre di mite astrattezza,
incerta e fragile esistenza
l’identità traccia
in indelebile forgia.

66
IL COSMO AVVERTE
Fra un leggero soffio
di vento
che bacia il petalo
dei bianchi fiori
che fanno corolla al sole già in terra,
si adagia il bosco
più colpito che mai
in tempi
in cui il tenero non bussa
alla mente dell’uomo distratto.
Impetuoso il ricordo
ruba l’anima
e al passato dell’amata Natura
col pianto
si torna.
Avverte l’universo
azione e non solo ricordo!
IL COSMO AVVERTE
(olio su tela, cm 50 x 70)
di Giuseppe Ioppolo

69
PER NON PERIRE
Tra l’inevitabile
arsura
e il sogno
del mondo
Quale sarà
il destino dell’uomo?

70
LA LUNA SCIOGLIERÀ
Solamente il giorno
in cui la rotonda luna
scioglierà
il calore del sole
solamente allora
sulla terra sopruso
più non ci sarà.

71
ASCOLTANDO LA VITA
Se chiudo gli occhi
la tenerezza
festosamente mi trascina
verso cadenzati suoni
giuochi lieti di bimbi,
ogni movenza
la natura spalanca
stridono i motori
veloci si inoltrano.
Alla presenza
il silenzio mi invita
dell’esistenza fugace.

72
ORIZZONTI AFRICANI
Fenicotteri di rosa
colorati,
bacini salmastri
si spingono verso mari
turchini assolati,
palmizi in erba
si alternano
a quelli alteri e ondeggianti,
una desolata
fittizia torre,
questa è l’Africa sognata.

73
DIALOGHI ATTESI
Sciogli le briglie
che i desideri
legano
sorvola i cieli
all’orizzonte posati.
Dialoghi nuovi
fra le scoscesi
colline
si stringono.
Disertare non puoi
se fra la gente
la pace persegui.

74
IL GABBIANO E L'ALBERO
Si ergono gli alberi
in montagna
ognuno dai rami
corteggiato.
Nel mare volano
i gabbiani
libertà rincorrendo.
Al pari sono io
fra monti e valli
albero mi sento sradicato
solitario
in pieno bosco.
Al mare lo spirito
s’accomuna
a quello del gabbiano.
In compagnia sta
ma se spicca il volo nessuno
lo afferra.

75
D’UN LEGAME DI VITA
Dalla sabbia del deserto
il fratello
dalla pelle trasparente
al cuore dell’altro
dall’oscuro colorito
richiama.
Legati
l’albero innalzeranno
i succulenti frutti
sulla terra inaridita
dallo spento sorriso
spargeranno.

76
FOGLIA
Come
un’adusta foglia
smarrita
al vento
nel oceano
del tormento
anch’io
mi affanno
nel profondo
con una briciola
di iniquità
mi scontro.

77
DOLORE IMPETUOSO
Se del corpo
con forza
s’impossessa,
Se lo spirito
rende debole
lentamente,
Se rilievo
si concede,
anima e corpo
lestamente si conquista
spazio
più non cede.

78
QUASI NEL SOGNO
In una rigida
mattina con aria
quasi rarefatta,
dal tenero sorriso
sulle luminose pupille,
col cuore scaldato
dall’amore disteso
nel vetusto corpo,
lei dopo l’incontro
con chi lunga vita ha donato,
stende le braccia
per ringraziare
e dolcemente
per il bramato cielo
l’ultimo volo spicca.
Noi increduli
dopo un lustro ancora qui
a tendere le mani!

79
IL SOLE BAGNA
S’alza all’alba
per le solitarie vie
il chiarore rosato.
Il pensiero
affannato
ricopre.

80
INUTILE GUERRA
Ancoraggio
di luci
si disperdono,
vele
si alzano
il sole catturano,
animo generoso
sconfitto
si chiude,
cenno dall’alto giunge
il dialogo
alla speranza si affida.
D’arrestare
i giorni galoppanti
il cuore comanda
per
chiedersi
perché tanta efferatezza?

81
PIANTO NELL’ASCOLTO
Pensavo
che eterni
i tuoi discorsi
sarebbero stati
Sempre ascoltavo
i tuoi occhi
che di tempi remoti
mi parlavano
Non intuivo
che tutto o madre
con te
avresti condotto
Sempre per lenire gli affanni
la faticosa tua via
hai additato.

82
L’ATTESA
Muta
è l’attesa
il silenzio stordisce.
Coinvolge il mare
latente pensiero.
La mente
tra le grida delle onde
si distende.
Il cuore attende
la novella
che
l’uomo
non sa dare.
L’ATTESA
(olio su tela, cm 50 x 70)
di Giuseppe Ioppolo

85
EPPUR TUTTI
Sento vicini
lei genitrice
per abbracciare il chiaro cielo
mi ha lasciata
in un freddo giorno d’inverno,
per unirsi alla schiera
degli angeli.
Lui genitore
un giorno caldo d’estate
mi ha detto
“tu aspetta”.
L’adorata sorella
per dialogare col suo Gesù
in un’alba di primavera
in terra
teneramente mi ha affidato
il suo posto.
E intanto ancora
con gelide lacrime
presenti li sento,
la mano mi tendono
per cogliere l’amore e donarlo
a chi da solo prosegue nel pianto.

86
A LUI
All’albero della vita
incatena
l’amore
di future speranze
il giorno s’infiamma
dove
la parola più
potere non esige,
ma l’amore autentico
da ogni foro
si riversi.

87
ISOLA DEI CORALLI
Sei calda con le rocce di fuoco
senza indugio albeggia il sole
nelle piane sterminate.
Con i subacquei coralli
si confondono gli abitanti,
quanto colore e tanto calore
da regalare a chi sosta nelle solitarie vie.
Nessuna brama
di mostrarsi col cuore vero.
Ed ecco il sardo
apparire duro e solitario
quand’invece enormità d’affetti eterni
e comprensione
disposto sarebbe ad elargire.
Pochi però, nell’attesa
che dalla prigione falsa
l’interiorità fuoriesca
preziosa al par del corallo,
il loro tempo sprecano!

88
TURBAMENTO FRA LE MONTAGNE
Immensità granitiche
davanti agli occhi
il bianco dipinge
i vostri cuori
si posa l’azzurro
sulle smerigliate creste
mentre l’uomo si perde
tra i profili
vagando
nella effimera esistenza
e nell’insondabile
infinito.
TURBAMENTO FRA LE MONTAGNE
(olio su tela, cm 50 x 70)
di Giuseppe Ioppolo

91
TENEREZZA DIMENTICATA
Quanta tenerezza
alla visione
d’una giovine
legata
all’ormai stanco braccio
di una dolce vecchia.
Quanta mestizia
per l’amata vecchia mia
sovente la mano ho ceduto
per condurla
dove
il suo animo dettava.
Nel cuore
dal deserto cementato
un nitido fiore
in silenzio
si affacciava.

92
E SE LE STELLE
Se dall’alto un filo
tendessero
le stelle
si potrebbe
ad un universo dar vita
dove l’amore
fosse il motore
la pace
la dimora
che il mondo porterebbe
alla fratellanza bramata
quanto
disprezzata.

93
EFFIMERO SENTIMENTO
dove la mente trascina
scorre il desiderio
il sole copre
il leggiadro
respiro mattutino.
Mentre tu
fugace sentimento
dove sosti
per dare vita
anche al povero
che tacitamente muore?

94
L’ADDIO
Di questa massa informe
cogli il respiro.
In marea oscura
le gocce rare
si trasformino,
intessuta di chiari filamenti,
in fresco sbocco
d’amore intenso.
La malinconia,
che le nuvole cupe
sovrasta,
dia bagliore
alla letizia che
senza ragione si insegue.
L’ADDIO
(olio su tela, cm 40 x 70)
di Giuseppe Ioppolo

97
AMORE MI TRASCINI
Senza trasparenti veli
nel sole ardente
mi conduci.
All’alba dal pittore accomunata
nel sangue s’accende
l’armonia rubata.
Stilla di rugiada gli occhi bagna
dell’amore i semi
al vento affido.

98
VERSO LA FINE
Rattristato il cuore
intravedo
effetto non conosco
e intanto il corpo risponde.
Verso la fine il mondo
m’appare,
armonica natura
al delirio spinta
il fuoco invade ma calore
non propone,
il verde s’è spento
all’oscurità il passo ha concesso.
Muto e sordo
il dialogo esplode!
L’uomo isolato non può riparare
tanto disastro.
Qualcuno spia
il mondo bruciato
e all’orizzonte
il cuore spinge
per arrestare l’infernale Mostro!
VERSO LA FINE
(olio su tela, cm 40 x 70)
di Giuseppe Ioppolo

101
DISCORRENDO CON L’ANIMA
Un leggero filo
intercorre
tra morte
e vita.
Oggi di qua
fra potenza
e prepotenza.
Domani di là
tra gioia
e candore.
Solamente
se compresa
si è l’essenza.

102
MESSAGGIO AL MONDO
A tutte le genti
urlare vorrei
mestizia che il cuore affligge
in questa stagione
di calura.
I boschi vigorosi
della terra mia più non vivono.
Dall’inferno i demoni
si sono liberati.
Danzando per l’intera
isola sarda
il verde hanno mutato
in orribile fiamma.
Agire vorrei
per arrestare l’abisso
in terra,
altro non posso
che gli Angeli invocare
per armonia reintegrare.

103
OCCULTA SOFFERENZA
Sei esile
delicata
al tuo ingresso
parere non postuli
a chi ospitare
deve.
Quando l’onda
si ritrae
più netto diviene
lo scoglio
e l’animo
sostiene
a maggior potenza.
104
SENZA CUORE
Pioggia
di rugiada
le tenere foglie
inumidisci,
il tronco
indurito schivi,
come l’amore
scevro
di cuore!

105
INDICE
Prefazione 3
Spirito libero 5
La barca 6
LA BARCA 7
Pacata malinconia 9
Inno alla vita 10
INNO ALLA VITA 11
Un sorriso ricercato 13
L’incontro 14
L’INCONTRO 15
A te 17
Donna alla catena 18
Fenditura nell’anima 19
Forse perché 20
D’una selva smarrita 21
Pennellate di filosofia 22
I COLORI DELLA VITA 23
Albero indifeso 25
Armonia 26
Gocce 27
Ho trovato 28
Il cavaliere 29
Lo scoglio 30
Lievi melodie 31
Spezzare il pane 32
Lume dello spirito 33
Occhi di mare 34
Passegger solingo 35
Oh padre 36
Per un mondo 37
Lacrime di mare 38
L’aurora senza te 39
Luna rossa, amica mia 40
Mare assente 41
Nuovi orizzonti 42
106
Quanto male 43
Respiro 44
Retrocedere nel tempo 45
Francesco, primo virgulto 46
Quindi mi ami? 47
Tra riflessi e riflessioni 48
Pianto incompreso 49
Nel buio scorro 50
Traccia smarrita 51
Solo così 52
Bimbi di Haiti 53
Dai candidi fiori 54
DAI CANDIDI FIORI 55
A che giova 57
Grattacieli 58
La parola si schiude 59
In cielo, una stella 60
Aurora marina 61
Follia 62
Vibrazioni 63
Sinuoso fiume 64
Alternanza d’immagini 65
Il cosmo avverte 66
IL COSMO AVVERTE 67
Per non perire 69
La luna scioglierà 70
Ascoltando la vita 71
Orizzonti africani 72
Dialoghi attesi 73
Il gabbiano e l’albero 74
D’un legame di vita 75
Foglia 76
Dolore impetuoso 77
Quasi nel sogno 78
Il sole bagna 79
Inutile guerra 80
Pianto nell’ascolto 81
L’attesa 82
107
L’ATTESA 83
Eppur tutti 85
A lui 86
Isola dei coralli 87
Turbamento fra le montagne 88
TURBAMENTO FRA LE MONTAGNE 89
Tenerezza dimenticata 91
E se le stelle 92
Effimero sentimento 93
L’addio 94
L’ADDIO 95
Amore mi trascini 97
Verso la fine 98
VERSO LA FINE 99
Discorrendo con l’anima 101
Messaggio al mondo 102
Occulta sofferenza 103
Senza cuore 104
GDS EDIZIONI
Maggio 2011

VIAGGI

E io mai ti ho perso...
           con me in ogni istante
                           finchè vita mi regalerà il Signore!      



lunedì 30 gennaio 2017

Tradizioni in Sardegna


 I GIORNI DELLA MERLA


A Scano Montiferro in Sardegna si racconta de “sas dies imprestadas”, le giornate prese in prestito. Le giornate più fredde dell'anno (il 30 e il 31).

Dunque, una volta, quando gennaio era di 29 giorni fece bel tempo per tutto il mese. Il pastore era contento perché il pascolo sarebbe stato rigoglioso e lui avrebbe avuto un buon reddito. Il pastore si vantò: mancu males chi oc annu est cominzadu cun su tempus bonu e Bennarzu oramai ch'est casi fora!, cioè “meno male che quest'anno è iniziato col buon tempo e ormai gennaio è alla fine!”. Allora Gennaio dispettoso e cattivo – prosegue la legenda – disse: ah gasi est? como ti lu fatto ‘ier deo! Cioè: “Ah è così? Ora ti faccio vedere io!” Voleva umiliare il pastore e il mondo intero con il gelo e con il freddo. Ma poiché era alla fine dei suoi giorni e non avrebbe potuto mettere in opera il suo intento, andò da febbraio, che allora era di trenta giorni, e gli chiese due giorni in prestito:
Frearzu, prestami duas dies, tales chi ponze nie, tales chi ponze 'iddia e frocca chi su pastore si ‘occat! ossia: “Febbraio prestami due giorni, così che possa scatenare il maltempo con la neve e il gelo affinché il pastore muoia di freddo”, e gasie imparat a si ‘antare”, così impara a vantarsi.
Febbraio acconsentì, gli prestò due giorni, e così Gennaio in quei due giorni si diede da fare a più non posso, con la neve e il gelo, giorno e notte. Cadde tanta di quella neve che gli animali non poterono più trovare di che nutrirsi e piano piano iniziarono a perire di fame e di freddo. Tutte le pecore del pastore morirono assiderate. Si racconta che il povero pastore riuscì a salvarne soltanto una che era riuscito riparare e nascondere sotto unu labiolu (la caldaia di rame che usava per fare il formaggio). Da allora il mese di gennaio ha 31 giorni, mentre febbraio è rimasto di soli 28 e, ancora oggi, aspetta di riavere le giornate date in prestito. (raccontata da nonna - Nanni 'elogu 2009 - vedi "su situ de nanni 'elogu")

Una leggenda che varia da posto a posto. Una cosa è però in comune a tutti: la data. I tre ultimi giorni di gennaio, considerati i più freddi sono una specie di cartina di tornasole, perché in base a come si presenta il tempo in questi tre giorni, gli esperti sapranno come sarà il clima dell'anno. Certamente durante l'inverno c'è qualche altro giorno più freddo, ma la tradizione non si è spenta. A Bonorva, per esempio, dicono che gennaio abbia chiesto due giorni a febbraio, perché gennaio era solo di 29 giorni, con due giorni in prestito li avrebbero uniti al 29 e si sarebbe potuto capire il clima del resto dell'anno. Specie in caso di neve di questi tre giorni, era e tuttora è una credenza a cui molti contadini si affidano, che la primavera arriverà un po' in anticipo e sarà mite. Se in questi tre giorni non sarà freddissimo, il freddo durerà anche in primavera.
In altri paesi si osserva il clima dei giorni dedicati a "su Barbutu" (S. Antonio Abate) il 17 gennaio e de su culi nutu il 20 gennaio (S. Sebastiano) per pronosticare l'andamento del tempo. Un'altra festa per le previsioni del tempo è il 2 febbraio: La Candelora. A sa Candelora, si no proet, s'ilgerru ch'est fora, ma si proet o faghet bentu, baranta dies de malu tempus, cioè: se per la Candelora, non piove, siamo fuori dall'inverno, ma se piove o tira vento, seguiranno altri quaranta giorni di brutto tempo.

Die. "Dies imprestadas", giornate prese a prestito, così chiama il volgo gli ultimi giorni di gennaio che sarebbero stati ceduti da febbraio al confratello precedente. (vocab. Casu)

domenica 29 gennaio 2017

Recensione


                                          RACCOLTA "ANIMA DI CORALLO"

  Gentile poetessa Maria Rosa Cugudda, sono il giornalista Giovanni  Nardi,
sono lieto di dare un parere alle sue liriche.
Devo anzitutto premettere che non sono un critico letterario, ma casomai
un lettore abbastanza onnivoro: come critico, mi occupo solo di narrativa,
e mai di poesia. 
 Il mio è quindi un pre-giudizio basato solo su sentimenti ed emozioni.
 Le confesso pertanto che mi ha molto interessato il suo modo di fare poesia,
libero dagli schemi della metrica e delle rime, ma affidato invece all’analisi
delle emozioni sostenuto dall’effetto timbrico delle parole, ciascuna scelta
con estrema attenzione in modo da dare forma concisa ed elegante
ai Suoi pensieri e alle Sue emozioni. 

 Mi sono in particolare soffermato sul quinto volume, quello intitolato  
Anima di corallo, per la nostalgia sia dell’isola e della gente,
sia del suo sposo che non c’è più.
 Le auguro quindi di continuare in questa Sua vocazione,
e La saluto con grande affetto.
                                                                   
   Suo Giovanni (Nino) Nardi. 



 
Giovanni Nardi, GIORNALISTA toscano di origine sarda, da parte materna.

 Autore di numerosi libri, in questo intitolato Nobel, quasi Nobel, non Nobel,
raccoglie ricordi ed emozioni sugli incontri avuti dall'autore con i grandi scrittori
della lettaratura come Jorge Amado, Tiziano Terzani, Roberto Ridolfi,
Vargas Llosa, Enzo Biagi, Adonis, Karen Blixen, Tomas Tranströmer.

Dialogo con gli astri

Verso mondi solitari scivola il vento
attinge dall'animo sprazzi di mestizia.

S'accorge il Sole
della vita che si spegne
accelera i passi per scaldare
il gelo che dimora ha invaso.

"Io lo so, ti manca la Luce, nonostante il mio fuoco"
mi dice.

"Dove posso ancora, se l'esistenza è macigno,
oggi è la sua festa lo sguardo non mi abbaglia
non ha slancio il mio cuore"
 rispondo.

"Sono ormai Sole e Luce che ti manca,
da quassù ti guardo e in ogni istante il mio Dio


 per te prego e
con fervore invoco, amor mio"!

sabato 28 gennaio 2017

Foto alunni


 ALCUNE MIE CLASSI  

Ho sempre ritenuto che ogni allievo fosse un pianeta a sè, 
unico e irripetibile!






venerdì 27 gennaio 2017

Recensione

PREFAZIONE

   Spirito libero è il titolo di questa nuova e significativa silloge di Maria Rosa Cugudda ed è anche il titolo della prima composizione poetica a significare che, anche nelle difficoltà della vita quotidiana, l’animo umano ricerca l’essenza, spesso negata, di un mondo migliore al quale la natura ci può ricondurre.

 Il dolore è sempre in agguato ma bisogna superarlo sollevando lo sguardo verso il futuro come la barca si affida alla vela per allontanarsi dalle onde tempestose e tendere al luminoso orizzonte. Dobbiamo godere di ogni attimo presente perché ben presto farà parte del passato e non si potrà più rivivere,sarà solo un ricordo. Il tempo passa e quando il tramonto è vicino e le forze vengono meno è proprio allora che lo spirito dà vita a ciò che ci circonda e ne raffigura i colori: il mare, le colline, le terre sconosciute al di là dell’orizzonte, l’albero che, pur mutilato, conserva la sua fierezza. Su questo sfondo la poetessa ricorda alcuni suoi cari che or-mai non ci sono più, la sofferenza dello spirito tra i problemi della vita in genere e che pare trovare conforto solo nel mare, profon-do e azzurro, testimone silenzioso di una vita.

 Fanno da corollario a questi dolci, nostalgici pensieri di uno spirito libero, gli splendidi e profondi quadri del sensibile artista siciliano Giuseppe Ioppolo fra i quali “L’incontro” Talvolta il mio amore tradisco/per ritrovato amante./All’Amore e al Mare appartengo/l’uno dall’altro separare/giammai potrò./, “Turbamento fra le montagne” Immensità granitiche/davanti agli occhi/mentre l’uomo si perde/tra i profili/vagando/nella fugace esistenza/e nell’insondabile/infinito/, “Verso la fine” Verso la fine il mondo/m’appare,/il fuoco invade ma calore/non propone,/L’uomo isolato non può riparare/tanto disastro./, “Inno alla vita”

 Dell’esistenza/ogni attimo godi/ poiché mai più/tuo potrà essere/, “Il cosmo avverte” Avverte l’universo/azione e non solo ricordo!/, “Dai candidi fiori” All’ombra/del ramo/dai nitidi fiori/l’anima/s’accosta,/confusa/, e, in particolare, dove il protagonista incontrastato delle parole e della visione è il mare, il simbolo dello spirito libero, “La barca” All’orizzonte terso/che incontrerà/alzando/la vela/si affida/, “Pennellate di filosofia” Della vita i colori raffiguri/il mare scorgo spumeggiante/come il mio animo/i flutti si incontrano/con l’aria che respiro./, “L’attesa” Il cuore attende/la novella/che/l’uomo/non sa dare./, “L’addio” La malinconia,/che le nuvole cupe/sovrasta,/dia bagliore/alla letizia che/senza ragione si insegue./.

 La poesia della scrittrice Maria Rosa Cugudda è vera, è poesia che colpisce, perché emoziona e porta il lettore alla riflessione, aiuta l’anima a non morire, ma a saper rinascere. Nel suo poetare c’è l’ampio respiro del lessico che, giocando con le parole, riesce ad esporre con molta chiarezza e in stile elegante.

      Maria Giulia Improva,
scrittrice e pittrice, in arte Magi


mercoledì 25 gennaio 2017

Sofferenza

A volte la Poesia ...
si fa anche ladra e
per qualche attimo
tacitamente giunge
in soccorso
alla sofferenza
ma per rapirle
una preziosa lacrima!



Ecco la poesia, del precedente libro, "Spirito libero", che leggevo e commentavo,
mentre fui ripresa, durante la presentazione dell'ultima Raccolta poetica "Anima di corallo" 2015
(Questa lirica era tra le preferite di mio marito)

L'INCONTRO

Talvolta il mio amore tradisco
per ritrovato amante
il primo mi bacia mi ama
il secondo mi cinge
nell’universo con trasparenti ali
mi trascina.

Senza il primo vivere non posso
a lui mi dono
lieta l’esistenza rende.

Al secondo mestizie confido
con chiare increspature
l’onda mi tende

All’amore mi aggrappo
un’essenza diveniamo.

All’amante grazie rendo
per la vita quasi rubata dalle travolgenti onde
guidate dal forte maestrale
ma al disperato grido rilasciata.

All’Amore e al Mare appartengo
l’uno dall’altro
separar giammai potrò!


Da "Spirito libero" 2011













venerdì 20 gennaio 2017

Isula de su core

Terra mia isolada et caente
sese in su core
de chie ti chedere
ma non ti biede.

Quàe non si podere
de sos lontanos fizos tuos
s'antigu amore.

In s'erricchesa chi sempere creschere
fazile non est su pensieru annegae.

Longa est s'attesa
ma prus manna sa ricompenzia
ada essere pro chie subitu o tardu
in sos muros tuos ara intrae.

Amada et lontana Sardigna mia!


ISOLA DEL CUORE

Terra mia
solitaria ardente
sei nel cuor di chi ti brama
e non ti vede.

Celar non si può
dei lontani tuoi figli
l'antico amor.

La mente annegar
nello sfarzo crescente
facile non è.

Lunga è l'attesa
più potente
il compenso sarà
per chi presto o tardi
la tua cinta varcherà.
Adorata e lontana mia Sardegna!


 Dalla Raccolta "Inesplorato lago" 2008






Forse

Son io forse coraggio
forza da sostene chi cade
o forse ero?

ma ora poco mi resta.

E allora
per chi fra le mani
nulla si ritrova

io, voglio essere minuscola forza
coraggio anche debole da donare
a chi senza essenza si ritrova.

Forse in tal modo
un po' forza e coraggio
ritroverò!

giovedì 19 gennaio 2017

Versi

Quando tutto niente
m'appare,
l'esistenza inesistenza
si mostra,
credere più non posso.

Quando lontano è il ricordo,
il silenzio soffoca,
cerca gelo il pensiero.
non intravedo chi mi circonda.

Quando
non credo che qualcuno
mi ami...
Allora solamente tu Poesia
il verso mi tendi.


Da "Emozioni" 2009

mercoledì 18 gennaio 2017

Recensione

Recensione del critico letterario, poeta, musicista 

Sandro Montalto

 Trovo che sia in " Il Dolce calore della vita" sia in" Inesplorato lago"
vi siano una notevole sensibilità ed un senso di moderna fusione con il cosmo,
la prima poesia del libro più vecchio
dice tutto e l'apprezzo moltissimo...

    L'UNIVERSO

Nell'immenso tante piccole stelle,
ognuna s'illumina e illumina.
Così nella terra grandi persone
ognuha s'illumina e illumina,
ma quando si spegne
nessuno riesce
a conoscere il suo unico universo!

   La poesia, a mio parere, deve tornare ad un rapporto con il reale, anche se
 non ignara del progresso, sia nei suoi lati positivi che in quelli negativi.
  Il poeta deve essere antenna degli uomini, e dunque ogni volta
che pragmmaticamente ignora aspetti importanti del reale
abdica alla sua missione...

 La inviterei a continuare la dialogità o la sottesa
ritualità delle anafore
( penso a L'orizzonte, o a Perennemente sarò) ...



Una rosa

UNA ROSA, PER MIA SORELLA   

Immenso come l'universo   

il tuo cuore,

Espanso come il sole
il tuo intelletto,
Libero come l'acqua del mare
il tuo sorriso,
Eccelso come la vita di un eremita
il tuo animo,
Radiosa come la luce mattutina
la tua parola,
GRAZIA, mia indimenticabile sorella

                     solo una rosa il mio cuore straziato

                     può ormai umilmente offrirti.


   Dal sito "Poetiemergenti" COMMENTO
Cara Grazia,tutto ci parla di te pur non conoscendoti che attraverso i sentimenti di Maria Rosa.Immagini parlano di te,eloquentemente,descrivendo una donna magnifica,dalla profondità abissale.Tu sei sole,terra,mare, e il vento del tuo ricordo non cesserà mai di carezzare,con tenerezza.La tua presenza in una fotografia indelebile.Non è un addio,Grazia,è solo un arrivederci. Patrizia Vinale

Tanto tempo


                                        LA MIA SCUOLA HA AVUTO INIZIO DA QUI...



 
quante emozioni
quante paure
quanti ricordi
quante gioie

UN GRAZIE SPECIALE AI MIEI GENITORI
E AI MIEI MAESTRI
CHE MI HANNO PERMESSO
DI ACCEDERE AL MERAVIGLIOSO MONDO DEL SAPERE

Recensione libro Emozioni

articolo pres.libro "Emozioni " Quartu S.E. sett.2010- giornalista M. L. Meloni

Maria Rosa Cugudda:        QUANDO LE POESIE SONO "EMOZIONI"
Scritto da maria lucia meloni   
Sabato 25 Settembre 2010 00:00 
Parole che si trasformano in immagini della natura, colori, pennellate iridescenti, stralci di immagini 
come se si trattasse di pittura. Parole che diventano suoni, leggeri ritmi, musicalità, liricità. 
“Emozioni” (2009 Libroitaliano World) è il titolo dell’ultima raccolta di 50 poesie 
di Maria Rosa Cugudda, inserite nella collana ‘Saffo’.  
La presentazione del lavoro di Maria Rosa Cugudda è avvenuta il pomeriggio del 9 settembre 
presso la Sala Bianca della Biblioteca Ragazzi a Quartu Sant’Elena, e la serata è stata promossa 
dallo stesso Comune di Quartu Sant’Elena.
In una Sala Bianca gremita di pubblico, erano circa sessanta le persone presenti alla manifestazione, 
hanno partecipato anche Vanna Arru che ha presentato l’incontro, Massimiliano Pani 
coordinatore delle biblioteche di Quartu Sant’Elena e Claudia Corona insegnante del CTP24: 
nei loro interventi hanno posto l’accento su alcuni aspetti culturali, sociali e umani legati alla poesia. 
La biblioteca è oggi sempre più luogo di incontro e discussione, di letture e riflessioni; non solo 
quindi  prestiti di libri, situazione sempre presente e mai superata, ma anche altri progetti 
e promozioni culturali.  “i Bibliofili” guidati da Claudia Corona lavorano da tempo ormai portando 
avanti un progetto di educazione alla lettura, all’ascolto, all’introspezione.  
In biblioteca si crea cultura e l’esempio dell’incontro di giovedì 9 settembre 
con Maria Rosa Cugudda è assolutamente calzante. 
Maria Rosa Cugudda parla di se stessa, nata a Neoneli nell’oristanese vi ha vissuto 
fino all’età di 14 anni. Poi il trasferimento a Napoli, gli studi, la laurea, l’insegnamento. 
Infine il Piemonte dove tuttora vive e insegna.
E’ proprio a 14 anni che Maria Rosa inizia a scrivere poesie, parole che esprimono emozioni 
e situazioni interiori; Maria Rosa ascolta il suo cuore, guarda il mondo che le sta intorno, 
lo vive e lo descrive con i suoi versi ... poesie brevi, leggere, affascinanti, ricche di quanto 
Maria Rosa è, come persona e come donna. Maria Rosa scrive di se stessa e dell’immagine 
che ha dell’universo nel quale è immersa. 
Maria Rosa Cugudda ha scritto tre libri per un totale di circa 180 poesie; pur avendo iniziato 
giovanissima  non aveva alcuna intenzione di pubblicare le sue opere. 
A un certo punto per puro caso partecipa ad un concorso di poesia e lo vince, 
‘Premio Poesia’ del 2007,  anno in cui viene pubblicata la sua prima raccolta 
“Il dolce calore della vita” (edito da Libroitaliano World). 
Poi ecco altre 80 poesie nel 2008 con “Inesplorato lago” (Libroitaliano World), 
una interessante unione tra poesia e arte e in particolare con la pittura: 
in questo volume nasce e si concretizza la collaborazione con il pittore Giuseppe Joppolo 
con un risultato davvero sorprendente. In questa raccolta vediamo letteralmente 
ciò che leggendo le poesie percepiamo, ossia un assoluto amore per la pittura e per l’arte
in ogni sua manifestazione. Poi “Emozioni” nel 2009, altre 50 poesie, brevi, quasi dei flash, 
piccoli gioielli, spunti di riflessione che invitano il lettore ad analizzare ed approfondire 
tante tematiche e si va dal personale, dall’intimo e dall’interiorità più profonda, 
alle situazioni quotidiane.
Maria Rosa racconta che lei scrive di getto, spesso in fretta le sue poesie, spinta da un bisogno 
estremo che la chiama a mettere nero su bianco ciò che quel momento le indica di scrivere. 
Poi lascia tutto sulla scrivania. Torna su quelle parole quando percepisce che è il momento 
di farlo, allora può rivedere, correggere, limare, modificare, ma l’autrice confessa che la vera 
Maria Rosa è nella prima stesura, quella dettata dal suo cuore e dalla enorme 
sensibilità che possiede. 
Bellissimo l’accenno che l’autrice fa della poesia e del ruolo che essa assume nel suo lavoro. 
I ragazzi della sua scuola spinti a scrivere dalla “Prof.”, riescono a ritrovare se stessi, 
a maturare, a prendere coscienza di se  e delle proprie possibilità e gratificati dei propri 
scritti, si avvicinano con meno timore e più sicurezze anche alla scuola oltre che alla  vita. 
La serata di giovedì 9 settembre è stata caratterizzata oltre che dalle parole di Maria Rosa 
e dagli interventi degli organizzatori anche da letture di poesie  dell’autrice. Il compito è 
affidato a “i Bibliofili” ed ecco che in silenzio le lettrici  del gruppo di Claudia Corona 
si alzano e leggono dei bellissimi pezzi di Maria Rosa.
Leggendo e ascoltando le sue poesie si rimane stregati dal rincorrersi di “entità”: vita, 
luce, buio, echi, respiri, immensità, riflessi… terra, universo, bambini, sorrisi, fiori, sole, 
amore… mare, profondità, sogni, ricordi, affetti, stati d’animo, emozioni… le poesie 
di Maria Rosa sono  incanto. Silenzio, aprire il proprio cuore, ascoltare se stessi e
il mondo: è questo il valore intrinseco della poesia di Maria Rosa.
Ma si percepiscono anche aneliti di libertà, di amore, di tristezza, mai però di sconforto, 
piuttosto poesia come metodo per aiutare a ritrovare la strada, il percorso da compiere. 
La madre e la sorella, i rimpianti e la nostalgia; l’aurora e l’alba, la prima un rincorrersi 
di colori che mutano e di pennellate di parole che si susseguono, come immagini pittoriche, 
la seconda intesa come senso di nascita e rinascita, di vita che si contrappone alla morte, 
di ringraziamento per poter godere di queste bellezze.
Un ricordo dell’amica  poetessa Agostina Argiolas recentemente scomparsa e una dedica 
a Sakineh la donna che in Iran sta subendo atroci violenze e rischia la lapidazione. 
Maria Rosa Cugudda è davvero una donna speciale, oltre che dai suoi scritti questa 
particolarità la si nota anche nello starle vicino, ascoltarla, parlarle. La sua voce dolce 
e velata, il suo sguardo sereno che cela un fondo di lontana tristezza, la sua risata 
gioiosa e cristallina, la sua disponibilità unica al rapporto con il pubblico, una donna 
stupenda.
La lettura delle sue poesie diviene un arricchimento per ciascuno di noi. Grazie  a Maria Rosa 
per essere stata presente a Quartu Sant’Elena, e speriamo di incontrarla di  nuovo in altre 
occasioni   di promozione della cultura verso la poesia. 
Ma un grazie a Maria Rosa Cugudda anche per averci dato la possibilità di compiere quasi 
un piccolo miracolo nel momento in cui abbiamo letto e ascoltato le sue poesia: 
Maria Rosa le ha scritte ma esse sono diventate parte integrante di ciascuno di noi, 
sono entrate dentro di noi, e hanno a ognuno lasciato un segno, un sentimento, un ricordo. 
La poesia diventa di tutti coloro che la leggono, filtrata da emozioni e sentimenti personali, 
da esperienze e convinzioni … di questo piccolo miracolo, di questo dono, la ringraziamo. 
“...perchè ognuno sia libero di esprimere ciò che è, senza giudizio…"

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Maria Lucia Meloni

martedì 17 gennaio 2017

Il merlo


Saltella senza meta
un nero merlo
da lungo giallo becco
non si guarda attorno
sicuro di sè scivola dalla
terra gelata verso il ramo.

Dalla pioggia battente
al sole che scotta
dall'oriente all'occidente
                                                                         il mondo è tutto suo.
Non trema se
da solo si ritrova
spazia osserva agisce
e infine gioisce
questo è il suo moto.

E lui non sa ma molto m'insegna...