giovedì 10 maggio 2018

Ancor ti vedo, madre

Dagli stanchi gioiosi occhi
scivolava a forte gettito
amore per le creature che di fronte a te
si ponevano.
Calde le mani tendevi
a chi con filo di dolore il cuore aveva cucito.
La fede mai perse vigore,
le perle del rosario
ovunque e ad ogni istante tue le facevi,
mentre coi ceri accesi al rombo del temporale
innalzavi al Signore
umili orazioni.
Poco per te imploravi
sempre degli oppressi paladina.
Di niente ti adornavi
se non di tenerezza e altruismo.
Fede, famiglia, lavoro
erano i sentieri
e ciò agli altri in eredità hai lasciato.
Senza frastuono, una mattina d'inverno
hai preso il volo
dove qualcuno ti attendeva,
dolce madre!

Da" Anima di corallo"

A MIA MADRE  di Edmondo de Amicis

A Mia Madre
Non sempre il tempo la beltà cancella
o la sfioran le lacrime e gli affanni
mia madre ha sessant’anni e più la guardo
e più mi sembra bella.
Non ha un accento, un guardo, un riso
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Ah se fossi pittore, farei tutta la vita
il suo ritratto.
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
perch’io le baci la sua treccia bianca
e quando inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
Ah se fosse un mio prego in cielo accolto
non chiederei al gran pittore d’Urbino
il pennello divino per coronar di gloria
il suo bel volto.
Vorrei poter cangiar vita con vita,
darle tutto il vigor degli anni miei
Vorrei veder me vecchio e lei…
dal sacrificio mio ringiovanita!

Edmondo De Amicis
Foto e poesia risalgono ai primi del 900