venerdì 1 aprile 2016

alda merini




Una grande donna, Alda, alla quale la vita di ogni giorno ha sicuramente dato meno di quello che si meritava. Ma la vita che lei ha raccontato, quella passata per le sue parole e i suoi versi, era tutta un'altra cosa. Amava definirsi pazza, la "pazza della porta accanto", e la sua pazzia era qualcosa che andava oltre i ricoveri negli ospedali psichiatrici che ha vissuto e raccontato.

La sua era una pazzia di libertà, di parole e sentimenti. Una pazzia che calata nell'amore diventava passione, ora alta e viva, ora struggente e malinconica. "Ti aspetto e ogni giorno mi spengo poco per volta/e ho dimenticato il tuo volto./Mi chiedono se la mia disperazione sia pari alla tua assenza/no, è qualcosa di più:/è un gesto di morte fissa/che non ti so regalare", scriveva la Merini. O ancora "Torna amore vela delicata e libera/ che occupi il pensiero della mia terra/ sto morendo sulla grandiosità di un fiume/che è rosso di desiderio/ e vorrebbe travolgere il tuo amore".

Emozionano, le sue liriche, emozionano per la loro intensità e la loro forza. Emozionano per quel suo modo di intendere la poesia, qualcosa di simile a una missione di riscatto per gli esclusi, per quelli che desiderano, che cercano e non si rassegnano.

La sua poetica si può racchiudere in queste parole: "Non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi".

Aveva scelto di vivere ai margini, la Merini, e ai margini invecchiava e osservava una realtà che non amava. "Si è persa la favola, nessuno scrive più lettere alle fidanzate, gli italiani sono sempre più cretini, malati di padreternismo", diceva in un'intervista recente.à colori nuovi".

Nessun commento:

Posta un commento