lunedì 18 dicembre 2017

Sardegna

Dense di celidonie e di spineti
le rocce mi si drizzano davanti
come uno strano popolo di atleti
pietrificato per virtù d'incanto:

sotto fremono al vento ampi i mirteti
selvaggi e gli oleandri fluttuanti,
 verde plebe  di mani; giù pei greti
van l'acque della Spendula croscianti.

Sopra, il grigio, eguale all'umidore
della pioggia un'acredine di effluvii
aspra esalano i timi e le mortelle.

Nella conca verdissima un pastore,
come un fauno di bronzo, erto sul calcare,
guarda immobile, avvolto in una pelle.

Gabriele D'Annunzio

 Quel pastore... era, anche, il mio adorato padre!

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