E’ proprio così: a partire dalla
visione di oli splendidi dipinti dal pittore Giuseppe Joppolo,
discendente e futuro rappresentante del nobile e antico Casato
Joppolo Ventimiglia di Sinagra e Naso, nascono poesie belle,
profonde, immense dell’autrice Maria Rosa Cugudda. Si è verificato
anche nell’ultimo lavoro della poetessa sarda che in ben undici
poesie della sua ultima raccolta “Spirito Libero” (edita da GDS
edizioni, 2011) si è ispirata ai dipinti del pittore di origine
siciliana. Due isolani che si incontrano a Biella dove vivono e
lavorano, due persone che provengono da percorsi di vita diversi ma
che hanno un denominatore comune che permette loro di plasmare
colori, parole, dipinti, poesia… insomma: l’arte! Oggi abbiamo il
piacere di incontrare la poetessa Cugudda con la quale parleremo di
poesia, storie di vita (la sua e della sua famiglia), di arte nel
senso lato del termine e del suo ultimo libro di versi intitolato
appunto “Spirito Libero”, dopo le altre Silloge “Il dolce
calore della vita” 2007, “Inesplorato lago” 2008 ( sempre in
correlazione con gli stupendi quadri del pittore Joppolo) ed
“Emozioni” 2009.
D = Lo sfondo è di un colore
indefinibile, ghiaccio, e in primo piano delle sbarre nere così come
scura è l’immagine stilizzata di una figura di uomo che guarda
verso l’esterno; tutto propone un senso di vago e irraggiungibile
ma ecco una bellissima rosa rossa che sembra levitare nel vuoto
oltre le sbarre. Buongiorno Maria Rosa: questa è la copertina del
tuo ultimo libro di poesie “Spirito Libero”, tratta da un olio di
Giuseppe Joppolo. Tu abbini le opere pittoriche alle tue espressioni
poetiche. Vorrei citare un verso della poesia di apertura che da il
titolo alla silloge: “… vaga il pensiero, lo spirito mio oltre
spinge…”.
R = Buongiorno a tutti: io mi sento
uno spirito libero anche se si può dire che spirito libero lo siamo
un po’ tutti; ognuno di noi può essere soggetto a varie
situazioni, soggiogato, incarcerato, ma la libertà è intrinseca in
ogni uomo e in ogni donna e nessuno la può togliere. Siamo tutti in
qualche modo dietro delle sbarre dettate dalla politica, piuttosto
che da cultura, scelte lavorative, familiari, personali, ma nessuno
può abbattere lo spirito che alberga dentro ciascuno di noi; ci si
può togliere tutto ma non il pensiero, nessuno può fermare i
pensieri. “Spirito Libero” è un invito a non fermarsi, ad andare
sempre oltre, pur in situazioni che sono difficili, che appaiono
tragiche sembrano insormontabili…
D = Ci racconti come è iniziata e
come prosegue la collaborazione tra voi due artisti, così
differenti? Un pittore Giuseppe Joppolo e Maria Rosa Cugudda una
poetessa.
R = Tra me e Giuseppe c’è
sicuramente un feeling! Ci siamo conosciuti per caso a Biella dove
viviamo e lui esponeva in una mostra le sue opere, dalle quali fui
subito attratta. Poi la collaborazione si è istaurata anche in
quanto io e Giuseppe assieme ad altri artisti di vario genere
facciamo parte di un’Associazione artistica letteraria. Io vedo i
quadri di Joppolo li guardo in profondità e mi fanno scaturire la
vena poetica, se così la vogliamo chiamare, ossia quello che
caratterizza la mia poesia. Si può dire che noi ci completiamo. Io
scrivo versi sempre molto brevi, sono poesie corte e lievi,
componimenti scritti di getto, di fretta, dettati dal cuore… anche
Giuseppe dipinge velocemente, è conciso, una tecnica particolare
con sfumature eccezionali, delle pennellate che spiegano tutto quello
che vuole esprimere. Anche in lui come in me è tangibile una
semplicità d’animo molto accentuata e profonda. Lui dipinge nel
tempo libero e mi porta i suoi quadri… uno per volta… io li
guardo, mi rimangono impressi e quindi quando arriva il momento, nel
mio
piccolissimo bloc notes butto giù le
mie poesie, piccole e brevi come il quadernetto che uso, come i mie
foglietti … a volte capita che scriva quando meno me lo aspetto,
dopo una passeggiata, a casa, durante le pause al lavoro… Dopo che
scrivo i miei versi ecco che do anche il titolo al quadro di Giuseppe
che mi è servito da spunto!
D = In “Spirito Libero” che cosa
ha ispirato le tue poesie?
R = In questa silloge sono andata a
trattare tematiche allargate ad orizzonti differenti e vari. Ho messo
in netto risalto le tematiche sociali, il rispetto per la natura che
ci circonda, l’inquinamento, i roghi e le distruzioni causate dalla
cattiveria umana; mi sono guardata attorno e questo mi ha aiutato
anche a maturare a livello di poetica. In questa raccolta ho capito
quanto questi temi caldi e di attualità siano importanti con un
impegno che si sviluppa a 360°. Rimane anche tutto il resto che mi
contraddistingue, l’amore, la bellezza, la sensibilità personale,
la famiglia; spazio di più e questo è assolutamente positivo.
Naturalmente poi non manca mai l’amore profondo che nutro verso il
mare, che mi ha sempre incantata. Io amo il mare, la sua forza, il
suo benefico ondeggiare che culla, abbraccia, accoglie… il mare è
presente in molte mie poesie.
D = Maria Rosa, parlaci un po’ di
te come persona…
R = Io sono nata a Neoneli in
Provincia di Oristano in una famiglia numerosa composta da sei figli.
Papà era allevatore e mamma casalinga, avevamo terreni e bestiame ma
i soldi liquidi sicuramente non erano tanti. I miei genitori
avrebbero voluto che facessi la sarta come una delle mie sorelle, ma
io volevo studiare, lo volevo davvero tanto e così dopo le scuole
medie si decise con tanti sacrificio di farmi andare a Napoli a
studiare.
D = Come mai Napoli e non Oristano o
Cagliari, che sono obiettivamente più vicine?
R = A Napoli c’erano i fratelli e
sorelle di mia madre, infatti mio nonno Giovanni Brandi era
napoletano, c’erano anche i miei adorati cugini, e io e mia sorella
di qualche anno più grande di me (che studiava anche lei) stavamo da
loro. Partire da Cagliari … che ricordi … avevo 14 anni la prima
volta che presi la nave per Napoli, la prima volta che vidi il mare
che così tanto mi colpì e mi fece innamorare! Partì con mio padre,
la nave “La città di Tunisi” stracarica di persone, cuccette in
cui si dormiva in tanti, un solo bagno … 18 ore di viaggio con un
mare agitatissimo e mio padre che mi raccomandava di tenermi stretta
al lettino per non cadere! Era alla fine degli anni ’60.
D = Come sono stati gli anni
trascorsi a Napoli?
R = Belli ma difficili! Le amiche e
le compagne di classe erano per la maggior parte figlie di persone
benestanti, con vestiti alla moda, agi; io al contrario sono stata
sempre molto più semplice di loro perché non potevo pesare più di
tanto sul bilancio familiare, ma anche perché sono sempre stata poco
espansiva e spendacciona per natura. Se mi regalavano qualche soldo
lo conservavo per poi acquistarmi libri, altro materiale, oppure la
stoffa per farmi cucire gli abiti da mia sorella! Altra cosa: le mie
compagne mi consideravano beata in quanto ero da sola e potevo fare
quello che volevo, marinare la scuola, e così via: nulla di tutto
ciò! Ho sempre vissuto semplicemente impegnandomi nello studio. Mi
sono iscritta il primo anno al liceo classico, al ginnasio, volevo
fare il medico: ma i miei zii mi dissuasero nei confronti di una
professione che sarebbe stata difficile e complessa! Allora volevo
iscrivermi all’artistico ma anche lì incontrai un rifiuto degli
zii: l’ambiente era, diciamo, troppo libero e si era in una grande
metropoli come Napoli ... quindi seguì l’esempio di mia sorella e feci le
magistrali. Finito quel corso di studi, dopo tre anni e mezzo, mi
sono laureata in Pedagogia.
D = Quindi sei voluta diventare
insegnante, che è il tuo lavoro di oggi.
R = Per essere sincera avrei voluto
approfondire gli studi di psicologia, ma mi occorreva anche incassare
dei soldini che erano assolutamente utili e allora iniziai ad
insegnare ancora prima di essermi laureata in pedagogia. Io protendo
per tutto ciò che ha a che fare con l’uomo e con l’animo umano e
con le sue espressioni, come la letteratura, le arti in genere, la
musica, la pittura. Detto con tanta sincerità riesco a leggere
dentro le persone guardandole, osservandole, riesco ad entrare nella
loro interiorità … naturalmente sbaglio e succede, certo! Per
tornare all’insegnamento ho iniziato ad insegnare proprio in
Sardegna. Elementari, medie e superiori… anche i corsi serali per
lavoratori… Sono state tutte esperienze che mi hanno dato tanto,
avere a che fare con i giovani ma anche con persone più mature che
volevano prendere la licenza media da grandi, sia per il proprio
lavoro sia per piacere personale di studiare! Viaggiavo dalla
Sardegna, dove insegnavo, a Napoli dove seguivo lezioni e davo esami.
Certamente per me che amo l’animo umano e le sue sfumature non devo
dire che mi sia mancato il materiale per approfondire l’aspetto
psicologico delle tante persone che ho incontrato in quel periodo e
poi successivamente. Ho avuto anche la possibilità in quegli anni,
prima della laurea, di vedermi assegnato una sorta di presalario e
l’esenzione dalle tasse universitarie per merito, cosa che veniva
erogata agli studenti preparati e in regola con gli esami,
naturalmente è stato importantissimo per far quadrare il bilancio
economico della famiglia! Insomma i sacrifici per farmi studiare
erano stati in qualche modo ripagati.
D = Maria Rosa, come ti definiresti,
oggi… donna, moglie, impegnata con il lavoro e la tua passione e
per la scrittura e la poesia?
R = Anche se non ho più vent’anni
mi sento una ragazza! Amo la vita e il mondo, pur nelle sue
difficoltà, di fronte alle cattiverie che vedo tutti i giorni e che
percepisco sia nei confronti miei ma in generale verso tutti gli
uomini, in tutto il Pianeta. Cerco di avere una visione del mondo in
positivo e faccio di tutto per mantenere questa mia caratteristica.
In “Spirito Libero” tutto ciò traspare leggendo e approfondendo
le mie poesie. Si intravede un tratto particolare che alcuni, che mi
conoscono, denominano così: “sembri una Missionaria Sociale”!
D = Che bella definizione!
R = Sicuramente! Deriva dal fatto che
nella mia poesia scaturisce sempre una sensazione che sembra
impregnare l’animo di chi legge. Ciò non può non lasciare
traccia, nel lettore rimane qualcosa! Come ho detto precedentemente,
spesso le mie liriche sono brevi, poche righe, scarni versi; ma vi è
sempre un incitamento a cercare dentro se stessi, un invito a
scavarsi dentro.
D = Incuriosisce la brevità delle
tue composizioni: quasi tutte sono davvero dei frammenti, belle
piccole perle…
R = Ma io scrivo in questo modo, non
faccio nulla apposta, mi nasce così! Poi penso che sia davvero la
mia essenza quella della concisione e dello scrivere in maniera
povera di fronzoli, andando subito ad esprimere il concetto che
voglio far passare. Del resto anche i ragazzi a scuola amano gli
scritti brevi, si ricordano di più, rimangono impressi, segnano
maggiormente.
E poi questo è davvero il mio stile.
Devo dire anche che i riconoscimenti che sto avendo derivano
soprattutto dal fatto che ho la capacità di scrivere “tutto” in
breve, in modo conciso; poche parole che inviano validi messaggi!
D = Rielabori i tuo versi?
R = Diciamo che li limo se
necessario, ma in linea di massima li lascio così come sono
scaturiti, se non ci sono errori di forma che correggo. Mi piace che
quello che nasce, che creo, rimanga inalterato.
D = Tu non avevi nessuna intenzione
di pubblicare i tuoi versi… poi è successo qualcosa.
R = Ero in sala professori e
correggevo dei compiti. In un giornale posato per caso sulla cattedra
ho notato un’inserzione che riguardava un Concorso di poesia … mi
sono detta: “perché non provarci?” e da lì è nato tutto. Ma
c’era fretta, avevo solo tre giorni di tempo; ho dovuto raccattare
mille foglietti sparsi per casa, nelle agende, recuperare i
manoscritti dai cassetti… poi ho dovuto copiare le poesie e
scrivere a macchina! A chi mi chiedeva che facessi fino a tardi a
lavorare parlavo di progetti scolastici urgenti: non avevo detto
nulla a nessuno! Spedito tutto il materiale dopo poco tempo mi
comunicarono che avevo vinto la selezione!
D = Cosa si prova in questi casi?
R = Sicuramente una grande emozione!
Ho pensato anche però a mia sorella Grazia, che era mancata da poco
e aveva ispirato le mie poesie e a mia madre a cui sono sempre stata
legatissima. Il premio era mio ma anche loro!
D = Poi è continuata la voglia di
pubblicare.
R = E’ come un fiume che non riesco
a fermare. Mi impegna tantissimo sia a livello di tempo che
mentalmente ma davvero non riesco più a farne a meno. Un fiume che
scorre impetuoso e che adesso mi piace seguire. Intanto non lascerei
mai di scrivere poesie e questo è certo, ma mi piace anche
pubblicare. Quando vedo persone che percepiscono le mie poesie come
fossero scritte da loro… beh! Allora mi rendo conto che vale la
pena di fare tutto questo anche solo per una sola persona. Tra poco
saranno cinque anni che mi sono estrinsecata al pubblico, non pensavo
di arrivare così in alto, ma davvero ne sono felice! Anche se devo
dire che sono stata fortunata!
D = Maria Rosa, cosa pensi dei tempi
che viviamo attualmente?
R = Oggi l’umanità vive un momento
di grossa crisi principalmente dal punto di vista dei valori
oltre che da quello incontestabile
economico. Non sappiamo vedere, osserviamo solo in maniera
superficiale. Ma guardare, entrare, penetrare nelle cose è più
complesso e difficile, e non tutti lo fanno. Ogni giorno è un nuovo
giorno, con una nuova possibilità che ci viene data per fare
qualcosa di buono e bello, del bene. Si deve alzare lo sguardo e
dire: “Io sono e posso fare qualcosa”. Dalla bellezza della
natura deve scaturire una vera rinascita, questo può avvenire anche
attraverso una poesia, un quadro…
D = Quindi secondo te che funzione
ha l’arte?
R = L’arte dà la possibilità di
entrare in un altro sentiero, che ognuno di noi può e deve plasmare
a sua scelta. L’arte in generale potrebbe salvare il mondo, nel
senso di migliorare le persone. Io stessa noto che esistono
situazioni effettivamente problematiche e importanti di famiglie (e
sono tante) che non hanno nemmeno il minimo necessario;
valutando il livello umano e sociale è quasi logico che ci
sia da privilegiare la concretezza.
Bisognerebbe però saper cogliere l’importanza dell’arte come
veicolo di cultura. Spesso pensiamo
tanto alla materialità ed è giusto di fronte a gravi emergenze
sociali. Ci sono persone che soffrono e muoiono in tutto il mondo, in
Africa per fame e per sete; qui da noi ci sono grosse difficoltà a
livello socio - economico, la crisi globale si abbatte in tutti i
sensi. Bisognerebbe però, in questo mondo così duro e triste,
trovare un equilibrio tra materialità e spiritualità … certo si
tratta di cosa difficile e complessa, cercare un significato profondo
in tutto questo. E i potenti del mondo potrebbero fare tanto.
D = Tu sei sarda, hai studiato in
Campania, vivi in Piemonte. Quale radice culturale senti maggiormente
dentro te stessa?
R = Nel cuore ho dentro tutte e tre
queste Regioni come fosse un grande mondo: mi sento egualmente sarda,
campana e piemontese senza distinzioni e vivo di momenti. Scivolo
da emozioni ad altre, da ricordi ad altri, da una terra ad un’altra.
Vivo benissimo in questa dimensione che mi sono creata sia con
l’immaginazione che con il pensiero, ma anche viaggiando
spessissimo da un luogo ad un altro. Viaggiare l’ ho sempre
considerato un grande arricchimento a tutti i livelli. Nei paesi
stranieri, che ho avuto la fortuna di visitare, ho sempre osservato
tanto la gente del luogo, le persone, sono state bellissime
esperienze soprattutto i contatti diretti con la cultura, le
popolazioni, il modo di vivere, le civiltà.
D = Nuovi progetti…
R = Ci sono tante idee anche buone,
così mi sembra! Gli eventi invece sono davvero tanti, soprattutto
nelle Penisola con la promozione dei miei libri. A Ricetto di
Candelo (un bellissimo castello che si trova vicino a Biella) sono in
previsione molti incontri suggestivi ed interessanti dove le mie
poesie sono lette e commentate in associazione alla mostra di quadri
di Joppolo; la presentazione di Spirito Libero al Cantinone di
Biella, poi ci sono interviste varie, anche in Tv… insomma una
bella esperienza!
D = Cosa vorresti dire ai lettori del
nostro quindicinale, una tua riflessione, un tuo pensiero…
R = Certe volte non mi rendo conto
nemmeno io di quello che è successo negli ultimi cinque anni, da
quando ho iniziato a pubblicare. Mia madre componeva poesie
estemporanee, orali, non le ha mai scritte, ma le ricordava tutte ed
erano davvero belle e profonde; ma non davo importanza a questa cosa.
Quando io stessa, adesso, sono diventata come lei, ho capito quanta
profondità abbia la poesia, soprattutto per chi ci crede, senza
pensare ai soldi, ai guadagni o al successo. Mi riferisco alla poesia
vera, a cosa può dare a chi la scrive e a chi la sente… se solo
una persona riuscisse a tenere a mente un mio verso, sarei felice! Il
mio lo ritengo un dono, mi è stato dato, l’ ho scoperto da poco,
anche se scrivo dall’età adolescenziale, e lo sto valorizzando da
pochissimo con grande umiltà e timidezza anche, ma dentro mi sento
potente, forte e grintosa. Vorrei fare tante cose belle, aiutare
tanta gente che ha bisogno, ma ho i miei limiti. Ma la speranza è
che il mondo, fatto di persone migliori, possa anch’esso evolvere
in bene, sempre e di più!
Un ringraziamento a Maria Rosa Cugudda
per il tempo che ci ha concesso e la bella chiacchierata. “Spirito
Libero” è davvero una bella raccolta di versi, piacevole anche da
vedere non solo da leggere grazie alle riproduzioni dei dipinti caldi
e intensi di Giuseppe Joppolo. Sicuramente un libro consigliato, che vale la pena di acquistare e
leggere!
www : ildesertofiorisce.blogspot.com
Alcune immagini dei quadri contenuti nel libro,
con le rispettive poesie.
Inno alla vita
Il cosmo avverte
Primavera
Pennellate di filosofia
Turbamento tra le montagne
Purezza d'amore
Spirito libero
Verso la fine
Questa era lei, mia madre!
oltre la vita, mi trasmise la passione per la poesia!
Tengo particolarmente a questa intervista, poichè fatta da una giormalista sarda,
Lucia Meloni, di Quartu Sant'Elena, molto profonda e sensibile, divenuta
col tempo mia carissima amica.
Ma purtroppo, da due anni, non è più tra noi.
Alcune immagini dei quadri contenuti nel libro,
con le rispettive poesie.
Inno alla vita
Il cosmo avverte
Primavera
Pennellate di filosofia
Turbamento tra le montagne
Purezza d'amore
Spirito libero
Verso la fine
Questa era lei, mia madre!
oltre la vita, mi trasmise la passione per la poesia!
Tengo particolarmente a questa intervista, poichè fatta da una giormalista sarda,
Lucia Meloni, di Quartu Sant'Elena, molto profonda e sensibile, divenuta
col tempo mia carissima amica.
Ma purtroppo, da due anni, non è più tra noi.
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